Sguardo classico, senza retorica e rimpianti, si sofferma e coglie l’attimo della bellezza reso poi in immagini vivide e coscienti della loro ineluttabile precarietà. Tutta la sua opera appare pervasa, al di là delle luminose cromie, da un profondo ed irrevocabile silenzio. Un grido muto e senza eco che brevemente si estingue come un raro gradevole sogno. I paesaggi in campo lungo, di notevole forza plastica, sono luoghi dello spirito più che della realtà e introducono alla memoria di speranza che il tempo ha scolorito ma non sepolto. I fiori, silenziosi e impassibili, provocanti eppur timidi, si offrono, nel loro delicato splendore, all’acuto presagio che nessuno, in questo mondo di anime di carta, saprà mai coglierli.
Carlo Polgrossi